Sede della Società Elettrica Sarda (1957-1961), piazza Amendola 1, via Pirastu 1, 3, Cagliari
Direzione lavori: Flaminio Della Chiesa
Calcolo strutturale: Ing. Angilella, ing. Giannini
Direzione lavori: Flaminio Della Chiesa
Calcolo strutturale: Ing. Angilella, ing. Giannini
Per la sua peculiare localizzazione, la mole di studi progettuali effettuati e il prestigio della committenza, l'edificio per la sede della Società Elettrica Sarda a Cagliari rappresenta una delle opere più importanti realizzate da Gigi Gho' nel corso della sua carriera professionale. Il progetto viene commissionato alla fine degli anni Cinquanta per celebrare, con la costruzione di una nuova e moderna architettura, il cinquantenario dell'azienda fondata nel 1911, oggi confluita nel gruppo Enel. L'opera avrebbe dovuto esprimere, con il ricorso ad un linguaggio razionale e contemporaneo, tutti i contenuti di dinamismo e fiducia nel progresso tecnologico di cui la società si faceva portatrice, nonché un'idea – dalla forte carica simbolica – di “città-nuova” a fedele specchio degli ideali di sviluppo della cultura post-bellica. L'ampia volumetria prevista e la collocazione in un'area centrale della città, di fronte al piazzale del porto, comportavano, oltre ad una notevole responsabilità da parte del progettista, la necessità di effettuare una serie di accurati studi sull'impatto che avrebbe avuto la nuova edificazione. Esistono due versioni del progetto: la prima soluzione, ritenuta più razionale dallo stesso Gho' perché capace di una “maggior libertà di prospettive parziali”, venne successivamente scartata a causa dei vincoli panoramici ed è rappresentata in un disegno prospettico a china. La seconda proposta, invece, è quella che verrà realizzata.
L'esito del lungo e intenso lavoro progettuale, per il rigore del risultato formale, della ricerca strutturale e l'inventiva di molte soluzioni, può considerarsi tra le opere più significative del razionalismo in Sardegna nonché un rilevante landmark dello sviluppo urbano della città. Dal punto di vista planimetrico, l'intervento si compone di un corpo a torre alto quindici piani, affacciato verso il porto, e di un volume minore che segue il margine dell'isolato svoltando lungo piazza Amendola e via Pirastu. Il programma funzionale prevede sportelli di servizio al pubblico, uffici, sale riunioni e abitazioni di varia metratura. La torre svettante sul waterfront è caratterizzata formalmente dal rigoroso sistema strutturale in cemento armato composto dai pilastri a forcella – con fondazioni collocate a 18 metri di profondità – e dalle solette sporgenti: l'esito è un reticolo grafico rigoroso, movimentato dall'ingegnoso sistema di frangisole basculanti che conferiscono, attraverso l'espediente funzionale dell'ombreggiamento, una vibrante espressività al fronte. La composizione viene chiusa verticalmente da una copertura dal profilo spezzato, sempre in cemento armato, evidente riferimento a quella “forma finita” teorizzata da Gio Ponti negli anni del dopoguerra. L'idea di esaltare le nervature strutturali in chiave figurativa, portandole all'esterno della costruzione, testimonia l'aggiornamento di Gho' alle più recenti esperienze del razionalismo milanese, tra cui la celeberrima Torre Velasca dei BBPR e la meno nota Torre Tirrena dei Soncini, di pochi anni precedente, con la quale condivide la soluzione dei sostegni ad Y.
I corpi più bassi del complesso, dotati di una minor unità figurativa, sono ispirati ad un linguaggio razionalista più convenzionale, con la brillante variante del gioco sfalsato delle aperture su via Pirastu. A marcare l'angolo, nei pressi dell'ingresso, si colloca l'opera policroma dello scultore sardo Eugenio Tavolara, che raffigura un'esaltazione simbolica della scoperta dell'elettricità.
L'esito del lungo e intenso lavoro progettuale, per il rigore del risultato formale, della ricerca strutturale e l'inventiva di molte soluzioni, può considerarsi tra le opere più significative del razionalismo in Sardegna nonché un rilevante landmark dello sviluppo urbano della città. Dal punto di vista planimetrico, l'intervento si compone di un corpo a torre alto quindici piani, affacciato verso il porto, e di un volume minore che segue il margine dell'isolato svoltando lungo piazza Amendola e via Pirastu. Il programma funzionale prevede sportelli di servizio al pubblico, uffici, sale riunioni e abitazioni di varia metratura. La torre svettante sul waterfront è caratterizzata formalmente dal rigoroso sistema strutturale in cemento armato composto dai pilastri a forcella – con fondazioni collocate a 18 metri di profondità – e dalle solette sporgenti: l'esito è un reticolo grafico rigoroso, movimentato dall'ingegnoso sistema di frangisole basculanti che conferiscono, attraverso l'espediente funzionale dell'ombreggiamento, una vibrante espressività al fronte. La composizione viene chiusa verticalmente da una copertura dal profilo spezzato, sempre in cemento armato, evidente riferimento a quella “forma finita” teorizzata da Gio Ponti negli anni del dopoguerra. L'idea di esaltare le nervature strutturali in chiave figurativa, portandole all'esterno della costruzione, testimonia l'aggiornamento di Gho' alle più recenti esperienze del razionalismo milanese, tra cui la celeberrima Torre Velasca dei BBPR e la meno nota Torre Tirrena dei Soncini, di pochi anni precedente, con la quale condivide la soluzione dei sostegni ad Y.
I corpi più bassi del complesso, dotati di una minor unità figurativa, sono ispirati ad un linguaggio razionalista più convenzionale, con la brillante variante del gioco sfalsato delle aperture su via Pirastu. A marcare l'angolo, nei pressi dell'ingresso, si colloca l'opera policroma dello scultore sardo Eugenio Tavolara, che raffigura un'esaltazione simbolica della scoperta dell'elettricità.
Bibliografia relativa all'opera:
“Edilizia Moderna” n.74, 1961, pp.67-72
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.64-75
Marco Lucchini, L'identità molteplice. Architettura contemporanea in Sardegna dal 1930 al 2008, Aisara, 2009, pp.60, 110-111
Giuseppina Monni, Paolo Sanjust, Antonello Sanna, Il curtain wall “all’italiana” del palazzo dell'Enel di Gigi Ghò a Cagliari in G. Bernardini, E. Di Giuseppe, Colloqui.AT.e 2017. Demolition Or Reconstruction?, Edicom edizioni, Monfalcone, 2017
Giuseppina Monni, Paolo Sanjust, Antonello Sanna, Struttura e linguaggio. Il palazzo dell'Enel di Gigi Ghò a Cagliari, in "Tema. Technologies, Engineering, Materials, Architecture" n.1, vol.4, 2018
“Edilizia Moderna” n.74, 1961, pp.67-72
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.64-75
Marco Lucchini, L'identità molteplice. Architettura contemporanea in Sardegna dal 1930 al 2008, Aisara, 2009, pp.60, 110-111
Giuseppina Monni, Paolo Sanjust, Antonello Sanna, Il curtain wall “all’italiana” del palazzo dell'Enel di Gigi Ghò a Cagliari in G. Bernardini, E. Di Giuseppe, Colloqui.AT.e 2017. Demolition Or Reconstruction?, Edicom edizioni, Monfalcone, 2017
Giuseppina Monni, Paolo Sanjust, Antonello Sanna, Struttura e linguaggio. Il palazzo dell'Enel di Gigi Ghò a Cagliari, in "Tema. Technologies, Engineering, Materials, Architecture" n.1, vol.4, 2018

Disegni di progetto e foto storiche |
Nota: i materiali sono liberamente scaricabili in formato a bassa risoluzione. E' possibile inoltrare richiesta delle immagini ad alta definizione attraverso il modulo alla pagina "contatti".