Sede della Torcitura Borgomanero (1949-1952), via Solferino 40, via San Marco 33, Milano
Calcolo strutture: ing. G. Marzoli
Impresa: nipoti G. Marzoli
Calcolo strutture: ing. G. Marzoli
Impresa: nipoti G. Marzoli
"Esempio di corretta espressione architettonica di un palazzo per uffici [...]. In essa vi è [...] di originale e giusta la proporzione fra base e corpo superiore e il curatissimo dettaglio delle materie bene impiegate per destinazione e cromatismo"
(Piero Bottoni)
(Piero Bottoni)
Nel 1946 Gigi Gho', poco più che trentenne, si avvia autonomamente alla professione dopo l'esperienza nello studio di Gio Ponti: il complesso realizzato per la Torcitura di Borgomanero – rinomata società del settore tessile fondata nel 1902 – costituisce uno dei primi e più importanti esiti della sua attività progettuale indipendente. L'intervento, situato nei pressi del centro di Milano, si compone di un primo corpo edilizio affacciato su via Solferino che ospita gli uffici e gli spazi di rappresentanza della società, e di un secondo volume residenziale rivolto su via San Marco.
La spiccata modernità del partito architettonico disegnato da Gho' per il fronte ad uffici, pur richiamando alcuni temi tradizionali dell'edificio in cortina, si configura come una notevole testimonianza dello slancio della cultura progettuale italiana della fine degli anni Quaranta, tutta rivolta verso un'architettura nuova e razionale in grado di interpretare le rinnovate aspirazioni della classe imprenditoriale uscita dalle drammatiche vicende belliche. Il prospetto è scandito a piano terra dalla sequenza di pilastri rivestiti in granito verde d'Ausolo che inquadrano i tamponamenti in marmo di Botticino martellinato e gli ampi serramenti tripartiti in alluminio anticorodal; ai tre piani superiori le parti portanti scompaiono dietro alle grandi lastre di rivestimento alternate alla regolare sequenza di finestre a filofacciata, evidentemente ispirate alla celebre Sede della Montecatini (1936-1938) di Ponti, Fornaroli e Soncini, che sorge nella poco distante via Turati. L'ultimo livello, arretrato, ospita l'attico destinato alla dirigenza della società ed è caratterizzato dalla notevole pensilina in aggetto che conclude lo sviluppo verticale del prospetto e lo connette all'altezza di gronda dell'edificio limitrofo. Un unico vano scala, costituito dall'elegante rampa mistilinea elicoidale, distribuisce gli uffici ai diversi piani.
Il secondo corpo edilizio, rivolto verso via San Marco e adibito a residenze, si sviluppa maggiormente in altezza grazie alla più ampia sezione stradale antistante. Il condominio, distribuito da due vani scala con ascensori, ospita fino a tre appartamenti per piano ed è caratterizzato da un sobrio linguaggio moderno, con il fronte, rivestito in tesserine di gres, connotato dall'alternanza tra finestre di taglio verticale e piccoli balconi. Il livello terra, analogamente al corpo su via Solferino, è scandito dalla sequenza di pilastri in cemento armato che vengono inglobati nel volume in lieve aggetto dei piani superiori, secondo una soluzione già sperimentata nel condominio di Pietro Lingeri in via Sacchi (1947-1949): l'adozione di questo tema compositivo testimonia l'aggiornamento di Gho' rispetto alle più recenti esperienze architettoniche milanesi. I due corpi che compongono il complesso sono collegati tra loro a nord da un volume stretto addossato all'edificio confinante e a sud da un elemento più basso che ospita la sala riunioni, affacciata sul passaggio carrabile dal quale è possibile raggiungere l'accesso riservato ai dipendenti e traguardare l'isolato.
La spiccata modernità del partito architettonico disegnato da Gho' per il fronte ad uffici, pur richiamando alcuni temi tradizionali dell'edificio in cortina, si configura come una notevole testimonianza dello slancio della cultura progettuale italiana della fine degli anni Quaranta, tutta rivolta verso un'architettura nuova e razionale in grado di interpretare le rinnovate aspirazioni della classe imprenditoriale uscita dalle drammatiche vicende belliche. Il prospetto è scandito a piano terra dalla sequenza di pilastri rivestiti in granito verde d'Ausolo che inquadrano i tamponamenti in marmo di Botticino martellinato e gli ampi serramenti tripartiti in alluminio anticorodal; ai tre piani superiori le parti portanti scompaiono dietro alle grandi lastre di rivestimento alternate alla regolare sequenza di finestre a filofacciata, evidentemente ispirate alla celebre Sede della Montecatini (1936-1938) di Ponti, Fornaroli e Soncini, che sorge nella poco distante via Turati. L'ultimo livello, arretrato, ospita l'attico destinato alla dirigenza della società ed è caratterizzato dalla notevole pensilina in aggetto che conclude lo sviluppo verticale del prospetto e lo connette all'altezza di gronda dell'edificio limitrofo. Un unico vano scala, costituito dall'elegante rampa mistilinea elicoidale, distribuisce gli uffici ai diversi piani.
Il secondo corpo edilizio, rivolto verso via San Marco e adibito a residenze, si sviluppa maggiormente in altezza grazie alla più ampia sezione stradale antistante. Il condominio, distribuito da due vani scala con ascensori, ospita fino a tre appartamenti per piano ed è caratterizzato da un sobrio linguaggio moderno, con il fronte, rivestito in tesserine di gres, connotato dall'alternanza tra finestre di taglio verticale e piccoli balconi. Il livello terra, analogamente al corpo su via Solferino, è scandito dalla sequenza di pilastri in cemento armato che vengono inglobati nel volume in lieve aggetto dei piani superiori, secondo una soluzione già sperimentata nel condominio di Pietro Lingeri in via Sacchi (1947-1949): l'adozione di questo tema compositivo testimonia l'aggiornamento di Gho' rispetto alle più recenti esperienze architettoniche milanesi. I due corpi che compongono il complesso sono collegati tra loro a nord da un volume stretto addossato all'edificio confinante e a sud da un elemento più basso che ospita la sala riunioni, affacciata sul passaggio carrabile dal quale è possibile raggiungere l'accesso riservato ai dipendenti e traguardare l'isolato.
Bibliografia relativa all'opera:
Il marmo, materiale moderno, in “Domus” n.282, 1953, pp.67-71
Gigi Gho', Considerazioni da un intimo dialogo in “Edilizia moderna”, n.51, 1953
Blocco uffici - abitazioni, in “Vitrum”, n.48, 1953
Piero Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano, Editoriale Domus, Milano 1954, pp. 74-77
Paolo von Nestler, Neues Bauen in Italien, Edizioni Callwey, Monaco di Baviera 1954
C. Bassi, F. Berlando, G. Boschetti (a cura di), Documenti di architettura, composizione e tecnica moderna: scale, Vallardi, Milano 1954
Carlo Perogalli, Atrii di case, Gorlich, Milano 1959
Agnoldomenico Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964
Angelo Bugatti, Luciano Crespi (a cura di), Sapienza, tecnica e architettura. Milano-Pavia 1950-1980, Alinea, Firenze 1997
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.8-21
Karl Kolbitz (a cura di), Entryways of Milan / Ingressi di Milano, Taschen, Berlin 2017, pp.188-189
Pietro Ricca, Alessandra Testa, Eleonora Zorzi, Milano. Architettura e paesaggio 1920-2016, Supernova 2017, p.145
Il marmo, materiale moderno, in “Domus” n.282, 1953, pp.67-71
Gigi Gho', Considerazioni da un intimo dialogo in “Edilizia moderna”, n.51, 1953
Blocco uffici - abitazioni, in “Vitrum”, n.48, 1953
Piero Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano, Editoriale Domus, Milano 1954, pp. 74-77
Paolo von Nestler, Neues Bauen in Italien, Edizioni Callwey, Monaco di Baviera 1954
C. Bassi, F. Berlando, G. Boschetti (a cura di), Documenti di architettura, composizione e tecnica moderna: scale, Vallardi, Milano 1954
Carlo Perogalli, Atrii di case, Gorlich, Milano 1959
Agnoldomenico Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964
Angelo Bugatti, Luciano Crespi (a cura di), Sapienza, tecnica e architettura. Milano-Pavia 1950-1980, Alinea, Firenze 1997
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.8-21
Karl Kolbitz (a cura di), Entryways of Milan / Ingressi di Milano, Taschen, Berlin 2017, pp.188-189
Pietro Ricca, Alessandra Testa, Eleonora Zorzi, Milano. Architettura e paesaggio 1920-2016, Supernova 2017, p.145
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