Sede Bayer (già Co-Fa) (1955-1957, 1967, 1976), viale Certosa 130 (già 126-130), Milano
Calcolo strutturale: ing. Angilella
Impianti: Studio ing. Bartolini
Calcolo strutturale: ing. Angilella
Impianti: Studio ing. Bartolini
“Un progetto che nasce da un attento studio sulla distribuzione degli spazi in chiave funzionale,
requisito fondamentale per la casa tedesca banditrice del concorso”
(Gio Ponti)
requisito fondamentale per la casa tedesca banditrice del concorso”
(Gio Ponti)
Alla metà degli anni Cinquanta la società farmaceutica tedesca Bayer indice un concorso di progettazione per promuovere la costruzione di una sua nuova sede situata a Milano lungo l'asse di viale Certosa. Gho' vi partecipa con un progetto – redatto in tre diverse varianti – e vince l'incarico grazie alla particolare rispondenza della sua proposta rispetto ai requisiti funzionali esposti nel bando. Edificato tra il 1955 e il 1957, con qualche modifica rispetto alle versioni iniziali, il complesso verrà più volte ampliato e rimaneggiato dallo stesso Gho' nei decenni successivi. L'incarico, in virtù della sua importanza, costituirà un fondamentale punto di svolta nella carriera professionale dell'architetto milanese.
Dal punto di vista planimetrico, il progetto è impostato sulla costruzione di due blocchi paralleli edificati sul bordo del lotto a formare una grande corte. Su viale Certosa viene collocato un lungo corpo destinato ad uffici, definito da una fitta sequenza di elementi verticali rivestiti in marmo che inquadrano serramenti in alluminio con apertura a bilico; sui lati corti un elegante taglio a tutta altezza ricavato nella superficie di pietra di ceppo esplicita la logica distributiva interna, impostata su un corridoio centrale. L'ingresso, situato al civico 126 del viale e oggi spostato al 130, presenta alcuni raffinati episodi progettuali come la scala a doppia rampa aggrappata a sbalzo ad un setto plasticamente sagomato con sezione a losanga o le superfici decorate con motivi astratti ispirati a Mondrian – oggi non più esistenti – che lo stesso Gho' stava già sperimentando nell'atrio del coevo condomino di via Legnano. Proseguendo sul lato corto del lotto, che svolta con un profilo triangolare, viene collocato un fabbricato di soli due piani destinato alla mensa per i dipendenti, sapientemente concepito con una struttura “a ponte” per consentire l'accesso carrabile al cortile. Un ulteriore volume con funzione di deposito e autorimessa si affaccia sull'opposta via Argenta, parallela a viale Certosa, mentre all'interno della corte viene ricavato l'edificio ospitante i magazzini – oggi completamente ricostruito – la cui espressiva copertura a sbalzo consentiva di proteggere le attività di carico e scarico.
Nel 1967 Gho' verrà incaricato dalla committenza di sopralzare di ulteriori tre piani il corpo ad uffici, operandovi alcune modifiche distributive, e nel 1976 di ampliare il volume dei magazzini interni. Un successivo importante intervento di ammodernamento, che ha modificato anche i percorsi di accesso, è stato realizzato tra il 1996 e il 1998 su progetto dello Studio Spadolini & Associati.
Dal punto di vista planimetrico, il progetto è impostato sulla costruzione di due blocchi paralleli edificati sul bordo del lotto a formare una grande corte. Su viale Certosa viene collocato un lungo corpo destinato ad uffici, definito da una fitta sequenza di elementi verticali rivestiti in marmo che inquadrano serramenti in alluminio con apertura a bilico; sui lati corti un elegante taglio a tutta altezza ricavato nella superficie di pietra di ceppo esplicita la logica distributiva interna, impostata su un corridoio centrale. L'ingresso, situato al civico 126 del viale e oggi spostato al 130, presenta alcuni raffinati episodi progettuali come la scala a doppia rampa aggrappata a sbalzo ad un setto plasticamente sagomato con sezione a losanga o le superfici decorate con motivi astratti ispirati a Mondrian – oggi non più esistenti – che lo stesso Gho' stava già sperimentando nell'atrio del coevo condomino di via Legnano. Proseguendo sul lato corto del lotto, che svolta con un profilo triangolare, viene collocato un fabbricato di soli due piani destinato alla mensa per i dipendenti, sapientemente concepito con una struttura “a ponte” per consentire l'accesso carrabile al cortile. Un ulteriore volume con funzione di deposito e autorimessa si affaccia sull'opposta via Argenta, parallela a viale Certosa, mentre all'interno della corte viene ricavato l'edificio ospitante i magazzini – oggi completamente ricostruito – la cui espressiva copertura a sbalzo consentiva di proteggere le attività di carico e scarico.
Nel 1967 Gho' verrà incaricato dalla committenza di sopralzare di ulteriori tre piani il corpo ad uffici, operandovi alcune modifiche distributive, e nel 1976 di ampliare il volume dei magazzini interni. Un successivo importante intervento di ammodernamento, che ha modificato anche i percorsi di accesso, è stato realizzato tra il 1996 e il 1998 su progetto dello Studio Spadolini & Associati.
Bibliografia relativa all'opera:
“Domus” n.348, 1958
AA.VV., Milano oggi / Milan today, Edizioni Milano Moderna, Milano 1957, p.86
Roberto Aloi, Nuove architetture a Milano, Hoepli, Milano 1959, pp.229-234
Leonida Almagioni, Uno stabile per uffici in “L'ingegnere Libero Professionista”, n.10, 1964, pp.477-483
Agnoldomenico Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964
Quaderni di Vitrum “Gli ingressi”, n.6, 1964
“User Werk”, n.2, 1973
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.38-49
“Domus” n.348, 1958
AA.VV., Milano oggi / Milan today, Edizioni Milano Moderna, Milano 1957, p.86
Roberto Aloi, Nuove architetture a Milano, Hoepli, Milano 1959, pp.229-234
Leonida Almagioni, Uno stabile per uffici in “L'ingegnere Libero Professionista”, n.10, 1964, pp.477-483
Agnoldomenico Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964
Quaderni di Vitrum “Gli ingressi”, n.6, 1964
“User Werk”, n.2, 1973
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.38-49
Disegni di progetto e foto storiche |
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