Edificio per abitazioni (1950-1951)
viale Romagna 56/3 (Milano)
Strutture: ing. Adriano Longhi
Impresa costruttrice: Edilizia Bernasconi
viale Romagna 56/3 (Milano)
Strutture: ing. Adriano Longhi
Impresa costruttrice: Edilizia Bernasconi
Uno dei primi incarichi professionali di Gho' è la direzione lavori per la costruzione di questo edificio per abitazioni situato in zona città-studi. Il piano di lottizzazione, secondo uno schema non certo convenzionale nell'ambito milanese, prevedeva l'edificazione di una generosa strada perpendicolare a viale Romagna – definita come un “cortile aperto” – che consentiva di razionalizzare le diverse proprietà confinanti, dando vita ad un isolato di dimensioni ridotte, quadrato e compatto.
Margherita Bonivento e Aurelia Martinenghi, proprietarie del lotto rivolto verso l'attuale piazza Giolitti, incaricano l'architetto milanese di far eseguire le opere secondo un progetto già redatto. La buona qualità compositiva e costruttiva dell'edificio consente di cogliere l'efficacia professionale di Gho' in qualità di direttore dei lavori, sia nella definizione formale di alcuni dettagli sia nell'impaginato complessivo dell'opera: risultano apprezzabili la misurata razionalità dei fronti e alcune efficaci invenzioni, come il tratto “a vento” del prospetto principale all'ultimo piano. Risulta comunque evidente il sapore meno marcatamente moderno di quest'opera rispetto alle altre realizzazioni coeve di Gho', probabilmente dovuto ad un suo minore coinvolgimento sul fronte progettuale.
Il basamento dell'edificio, come da consuetudine costruttiva, è caratterizzato da una differenza materica rispetto ai livelli superiori: le lastre di marmo rosso di Verona con finitura spuntata a grana media della fascia a piano terra lasciano il passo all'intonaco terranova color marrone, con sottili trame ortogonali, del rivestimento del corpo vero e proprio del fabbricato. L'elemento di maggior connotazione formale è dato dalle larghe fasce in rilievo, che sporgono lateralmente al punto da fornire un moderato ombreggiamento in corrispondenza dei balconi, quasi delle “false logge”. Sul piano distributivo, particolare cura è data dall'elegante atrio d'ingresso che consente l'accesso al vano scale e ascensori.
Margherita Bonivento e Aurelia Martinenghi, proprietarie del lotto rivolto verso l'attuale piazza Giolitti, incaricano l'architetto milanese di far eseguire le opere secondo un progetto già redatto. La buona qualità compositiva e costruttiva dell'edificio consente di cogliere l'efficacia professionale di Gho' in qualità di direttore dei lavori, sia nella definizione formale di alcuni dettagli sia nell'impaginato complessivo dell'opera: risultano apprezzabili la misurata razionalità dei fronti e alcune efficaci invenzioni, come il tratto “a vento” del prospetto principale all'ultimo piano. Risulta comunque evidente il sapore meno marcatamente moderno di quest'opera rispetto alle altre realizzazioni coeve di Gho', probabilmente dovuto ad un suo minore coinvolgimento sul fronte progettuale.
Il basamento dell'edificio, come da consuetudine costruttiva, è caratterizzato da una differenza materica rispetto ai livelli superiori: le lastre di marmo rosso di Verona con finitura spuntata a grana media della fascia a piano terra lasciano il passo all'intonaco terranova color marrone, con sottili trame ortogonali, del rivestimento del corpo vero e proprio del fabbricato. L'elemento di maggior connotazione formale è dato dalle larghe fasce in rilievo, che sporgono lateralmente al punto da fornire un moderato ombreggiamento in corrispondenza dei balconi, quasi delle “false logge”. Sul piano distributivo, particolare cura è data dall'elegante atrio d'ingresso che consente l'accesso al vano scale e ascensori.
Disegni di progetto e foto storiche |
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