Edificio per abitazioni, uffici e negozi (1955-1957), via Legnano 4-6-8, via Albertini, Milano
Collaborazione alla direzione dei lavori e agli impianti: ing. P. Giulio Bosisio, ing. Giovanni Ronchi
Calcoli strutturali: ing. Cesare Fermi
Impresa: G.R. Meregaglia, Milano
Collaborazione alla direzione dei lavori e agli impianti: ing. P. Giulio Bosisio, ing. Giovanni Ronchi
Calcoli strutturali: ing. Cesare Fermi
Impresa: G.R. Meregaglia, Milano
“Nell'antologia di Milano moderna, questo edificio tiene un posto ragguardevole [...] perché la città si mantenga ‘nuova’. Le superfici sono in alluminio ed in litoceramica Piccinelli smaltata in verde, con effetto bellissimo”
(Gio Ponti)
(Gio Ponti)
Tra le prime opere milanesi di Gigi Gho', l'edificio per abitazioni, uffici e negozi in via Legnano (1955-1957) ha potuto vantare un'immediata notorietà, testimoniata dalle diverse pubblicazioni su riviste e monografie dell'epoca. Se da un punto di vista tipologico e costruttivo l'architettura presenta molti dei caratteri tipici del condominio milanese degli anni Cinquanta, la sua prestigiosa collocazione, ai margini del parco Sempione nei pressi dell'Acquario Civico (1906), e la sua rilevante qualità compositiva ne fanno un esempio di singolare interesse.
L'articolazione planimetrica è impostata su due diversi corpi in linea, affacciati rispettivamente su via Legnano e sulla retrostante via Albertini, uniti da un più corto volume perpendicolare, a formare una sorta di H irregolare. Il programma funzionale è a prevalenza residenziale e, nel blocco su via Legnano, viene ripartito in verticale: a piano terra si trovano spazi commerciali con ampie superfici espositive mentre – sviluppando una soluzione in controtendenza per l'epoca motivata da ragioni funzionali e di comfort – Gho' ricava gli uffici negli ultimi due piani, dotandoli di un pregevole affaccio dall'alto sul parco e di una mensa-attico munita di straordinaria terrazza panoramica. La complessità funzionale viene risolta dal progettista con semplice razionalità, tripartendo verticalmente il fronte principale attraverso poche ma significative variazioni: la fascia basamentale viene disegnata ricorrendo alla soluzione, frequente nelle opere di Gho', degli elementi strutturali a vista per massimizzare lo spazio dedicato alle vetrine. Ai livelli superiori, destinati ad appartamenti, il lieve aggetto della superficie di rivestimento in clinker azzurro-acqua interrompe lo sviluppo verticale dei pilastri, che lasciano il passo alla successione di finestre a filo-facciata di taglio variabile. Le ultime due fasce ad uffici vengono identificate attraverso l'intensificarsi e l'uniformarsi del ritmo tra pieni e vuoti, coerentemente con la logica degli spazi interni. Il fronte su via Albertini, di minor altezza, è movimentato da un tratto lievemente concavo che consente di nobilitare ulteriormente le zone giorno degli appartamenti, ampliandone la superficie e variando i punti di vista verso l'esterno.
Gli alloggi sono distribuiti da quattro vani scala con ascensore e vantano tutti un doppio affaccio, con gli ambienti di servizio rivolti sui cortili interni e le zone giorno che guardano verso la città e il verde delle piante ad alto fusto. L'edificio presenta ben tre atri diversi, tutti caratterizzati dalla notevole qualità di materiali e finiture, dall'uso in chiave artistica del colore (con citazioni dei celeberrimi “Tableau” di Piet Mondrian) e dalla presenza di corpi illuminanti appositamente disegnati; il vano d'ingresso ai civici 6 e 8 di via Legnano vanta inoltre un'originale controsoffittatura in cartongesso dal motivo a losanghe.
Nonostante i tempi relativamente brevi di completamento dell'opera, la fase preliminare di studio ha previsto alcune varianti sostanziali. Prima di giungere alla soluzione realizzata, infatti, Gho' aveva redatto una serie di ipotesi completamente differenti, che prevedevano la costruzione di un corpo a torre alto 15 o 16 piani svettante sul parco Sempione: una soluzione di notevole modernità, sulla scia dei celebri grattacieli milanesi dell'epoca. La mancata concessione delle volumetrie, tuttavia, ha portato il progettista ad optare per l'articolazione planimetrica poi realizzata, della quale esiste un'ulteriore soluzione con il corpo affacciato su via Albertini dotato di maggior lunghezza.
L'articolazione planimetrica è impostata su due diversi corpi in linea, affacciati rispettivamente su via Legnano e sulla retrostante via Albertini, uniti da un più corto volume perpendicolare, a formare una sorta di H irregolare. Il programma funzionale è a prevalenza residenziale e, nel blocco su via Legnano, viene ripartito in verticale: a piano terra si trovano spazi commerciali con ampie superfici espositive mentre – sviluppando una soluzione in controtendenza per l'epoca motivata da ragioni funzionali e di comfort – Gho' ricava gli uffici negli ultimi due piani, dotandoli di un pregevole affaccio dall'alto sul parco e di una mensa-attico munita di straordinaria terrazza panoramica. La complessità funzionale viene risolta dal progettista con semplice razionalità, tripartendo verticalmente il fronte principale attraverso poche ma significative variazioni: la fascia basamentale viene disegnata ricorrendo alla soluzione, frequente nelle opere di Gho', degli elementi strutturali a vista per massimizzare lo spazio dedicato alle vetrine. Ai livelli superiori, destinati ad appartamenti, il lieve aggetto della superficie di rivestimento in clinker azzurro-acqua interrompe lo sviluppo verticale dei pilastri, che lasciano il passo alla successione di finestre a filo-facciata di taglio variabile. Le ultime due fasce ad uffici vengono identificate attraverso l'intensificarsi e l'uniformarsi del ritmo tra pieni e vuoti, coerentemente con la logica degli spazi interni. Il fronte su via Albertini, di minor altezza, è movimentato da un tratto lievemente concavo che consente di nobilitare ulteriormente le zone giorno degli appartamenti, ampliandone la superficie e variando i punti di vista verso l'esterno.
Gli alloggi sono distribuiti da quattro vani scala con ascensore e vantano tutti un doppio affaccio, con gli ambienti di servizio rivolti sui cortili interni e le zone giorno che guardano verso la città e il verde delle piante ad alto fusto. L'edificio presenta ben tre atri diversi, tutti caratterizzati dalla notevole qualità di materiali e finiture, dall'uso in chiave artistica del colore (con citazioni dei celeberrimi “Tableau” di Piet Mondrian) e dalla presenza di corpi illuminanti appositamente disegnati; il vano d'ingresso ai civici 6 e 8 di via Legnano vanta inoltre un'originale controsoffittatura in cartongesso dal motivo a losanghe.
Nonostante i tempi relativamente brevi di completamento dell'opera, la fase preliminare di studio ha previsto alcune varianti sostanziali. Prima di giungere alla soluzione realizzata, infatti, Gho' aveva redatto una serie di ipotesi completamente differenti, che prevedevano la costruzione di un corpo a torre alto 15 o 16 piani svettante sul parco Sempione: una soluzione di notevole modernità, sulla scia dei celebri grattacieli milanesi dell'epoca. La mancata concessione delle volumetrie, tuttavia, ha portato il progettista ad optare per l'articolazione planimetrica poi realizzata, della quale esiste un'ulteriore soluzione con il corpo affacciato su via Albertini dotato di maggior lunghezza.
Bibliografia relativa all'opera:
AA.VV., Milano oggi / Milan today, Edizioni Milano Moderna, Milano 1957, p.54
A Milano in “Domus” n.342, 1958, p.3
Roberto Aloi, Nuove architetture a Milano, Hoepli, Milano 1959, pp.259-263
“Vitrum” n.108, 1959
Agnoldomenico Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.50-59
Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Hoepli, Milano 2001, p.300
Maria Vittoria Capitanucci, Il professionismo colto nel dopoguerra, Abitare, Milano 2012, pp.62-65
Karl Kolbitz (a cura di), Entryways of Milan / Ingressi di Milano, Taschen, Berlin 2017, p.29
AA.VV., Milano oggi / Milan today, Edizioni Milano Moderna, Milano 1957, p.54
A Milano in “Domus” n.342, 1958, p.3
Roberto Aloi, Nuove architetture a Milano, Hoepli, Milano 1959, pp.259-263
“Vitrum” n.108, 1959
Agnoldomenico Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.50-59
Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Hoepli, Milano 2001, p.300
Maria Vittoria Capitanucci, Il professionismo colto nel dopoguerra, Abitare, Milano 2012, pp.62-65
Karl Kolbitz (a cura di), Entryways of Milan / Ingressi di Milano, Taschen, Berlin 2017, p.29
Disegni di progetto e foto storiche |
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