Complesso per abitazioni, uffici e negozi al Quartiere Frua (1963-1966), piazza Ernesto De Angeli 1, 3, via Giuseppe Frua 14, Milano
Calcolo cementi armati: ing. Carlo Ghezzi
Impianto riscaldamento a pannelli radianti: Sitis
Impresa: Co.Ge.Co.
Calcolo cementi armati: ing. Carlo Ghezzi
Impianto riscaldamento a pannelli radianti: Sitis
Impresa: Co.Ge.Co.
All'inizio degli anni Sessanta la zona di Milano nei pressi dell'odierna piazza De Angeli ospitava gli stabilimenti della storica industria tessile De Angeli Frua. Il complesso, danneggiato dai bombardamenti dell'agosto del 1945, si era insediato nell'area – all'epoca nota come Borgo della Maddalena – a partire dalla fine dell'Ottocento, in virtù della presenza del fiume Olona. I lavori per la costruzione della fermata lungo il tracciato della linea metropolitana uno costituirono l'incentivo per la realizzazione di un nuovo quartiere, dedicato alla memoria dell'imprenditore Giuseppe Frua, a riqualificazione dell'area industriale dismessa.
L'impianto planimetrico sviluppa dei caratteri tipici dell'urbanistica razionalista, componendosi di una serie di blocchi edilizi in linea, liberi sui quattro lati, collocati nel verde e dotati di orientamento nord-sud. Gli edifici sono arricchiti da una serie di gallerie commerciali collegate direttamente alle uscite della fermata della metropolitana: percorsi coperti, in parte ipogei e in parte all'aperto, sui quali affacciano le vetrine dei negozi, oggi in parte non più utilizzati. La progettazione dei singoli corpi edilizi venne affidata a diversi architetti tra cui Pietro Lingeri e il fiorentino Italo Gamberini. Gigi Gho' realizza in totale tre edifici: i primi due su piazza De Angeli, all'estremità nord-est del quartiere, e il terzo, successivo, con accesso rivolto sulla retrostante via Giuseppe Frua.
I due edifici “gemelli” affacciati di testa sulla piazza sono caratterizzati da un misurato linguaggio moderno, dove alle differenze funzionali corrispondono scarti formali: un'elegante pensilina per il piano terra commerciale, sequenze regolari di finestre per gli uffici e aperture con misure che rispecchiano l'uso degli spazi interni per le abitazioni. Il disegno di molti elementi dell'architettura – le logge con arcate ribassate, l'uso del rame anticato e soprattutto le strombature ai lati delle finestre – sembra ispirarsi alle coeve opere di Luigi Caccia Dominioni e testimonia l'aggiornamento di Gho' alle più recenti realizzazioni milanesi. Il terzo edificio, al civico 14 di via Giuseppe Frua, pur condividendo un impianto planimetrico analogo, presenta marcate differenze formali a partire dal rivestimento in clinker opaco, posato in modo da creare continui effetti di chiaroscuro, fino alle curiose tettoie in coppi che marcano orizzontalmente ciascun piano, conferendo all'architettura un aspetto vernacolare decisamente insolito. Stando ai primi disegni, il progettista aveva previsto che le tettoie fossero rivestite in rame, con l'intento di ottenere un profilo più moderno.
L'impianto planimetrico sviluppa dei caratteri tipici dell'urbanistica razionalista, componendosi di una serie di blocchi edilizi in linea, liberi sui quattro lati, collocati nel verde e dotati di orientamento nord-sud. Gli edifici sono arricchiti da una serie di gallerie commerciali collegate direttamente alle uscite della fermata della metropolitana: percorsi coperti, in parte ipogei e in parte all'aperto, sui quali affacciano le vetrine dei negozi, oggi in parte non più utilizzati. La progettazione dei singoli corpi edilizi venne affidata a diversi architetti tra cui Pietro Lingeri e il fiorentino Italo Gamberini. Gigi Gho' realizza in totale tre edifici: i primi due su piazza De Angeli, all'estremità nord-est del quartiere, e il terzo, successivo, con accesso rivolto sulla retrostante via Giuseppe Frua.
I due edifici “gemelli” affacciati di testa sulla piazza sono caratterizzati da un misurato linguaggio moderno, dove alle differenze funzionali corrispondono scarti formali: un'elegante pensilina per il piano terra commerciale, sequenze regolari di finestre per gli uffici e aperture con misure che rispecchiano l'uso degli spazi interni per le abitazioni. Il disegno di molti elementi dell'architettura – le logge con arcate ribassate, l'uso del rame anticato e soprattutto le strombature ai lati delle finestre – sembra ispirarsi alle coeve opere di Luigi Caccia Dominioni e testimonia l'aggiornamento di Gho' alle più recenti realizzazioni milanesi. Il terzo edificio, al civico 14 di via Giuseppe Frua, pur condividendo un impianto planimetrico analogo, presenta marcate differenze formali a partire dal rivestimento in clinker opaco, posato in modo da creare continui effetti di chiaroscuro, fino alle curiose tettoie in coppi che marcano orizzontalmente ciascun piano, conferendo all'architettura un aspetto vernacolare decisamente insolito. Stando ai primi disegni, il progettista aveva previsto che le tettoie fossero rivestite in rame, con l'intento di ottenere un profilo più moderno.
Bibliografia relativa all'opera:
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.152-163
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.152-163
Disegni di progetto e foto storiche |
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