Casa M. e P. (1948), via De Alessandri 11, Milano
L'edificio per abitazioni in via De Alessandri 11 è il primo progetto redatto da Gho' dopo il praticantato nello studio di Gio Ponti. Si tratta di un moderno condominio, sviluppato in tre diverse varianti, il cui modello insediativo mira a superare i tradizionali canoni di edificazione in cortina. Lo studio planimetrico e la definizione formale dell'edificio – in particolare la seconda versione di progetto – mostrano l'adesione sincera di Gho' ai principi compositivi razionalisti, esemplificando lo slancio verso l'architettura moderna tipico degli anni dell'immediato dopoguerra.
Il volume del fabbricato è articolato in due parti: una più bassa, in linea con il profilo della cortina stradale, e una più alta e arretrata, per massimizzare lo sfruttamento del lotto e l'esposizione all'irraggiamento solare. La disposizione dei due corpi e la presenza di una cancellata a filo strada consentono di ricavare un piccolo giardino antistante l'edificio, che anticipa idealmente la presenza del più ampio spazio verde retrostante, dove sorgono i garage condominiali. Al piano terra si trovano due appartamenti, oltre a quello del custode; un vano scala con ascensore distribuisce tre alloggi per ciascun piano fino al quinto, dotato di più ampia superficie a terrazzo.
Le tre varianti del progetto, illustrate in altrettante rappresentazioni prospettiche, presentano specifiche peculiarità. La versione “B” è quella formalmente più audace, dove gli incastri volumetrici, i dettagli dei balconi e della cancellata d'ingresso sono definiti con un gusto spiccatamente razionalista, che rimanda alla scuola comasca di Terragni e Cattaneo. La soluzione “A”, analoga, attenua lo slancio plastico verso un esito di maggior rigore. Nell'ultima soluzione, la “C” - quella realizzata - scompaiono i balconi dal fronte principale del volume più alto per ricomparire sul retro.
Il volume del fabbricato è articolato in due parti: una più bassa, in linea con il profilo della cortina stradale, e una più alta e arretrata, per massimizzare lo sfruttamento del lotto e l'esposizione all'irraggiamento solare. La disposizione dei due corpi e la presenza di una cancellata a filo strada consentono di ricavare un piccolo giardino antistante l'edificio, che anticipa idealmente la presenza del più ampio spazio verde retrostante, dove sorgono i garage condominiali. Al piano terra si trovano due appartamenti, oltre a quello del custode; un vano scala con ascensore distribuisce tre alloggi per ciascun piano fino al quinto, dotato di più ampia superficie a terrazzo.
Le tre varianti del progetto, illustrate in altrettante rappresentazioni prospettiche, presentano specifiche peculiarità. La versione “B” è quella formalmente più audace, dove gli incastri volumetrici, i dettagli dei balconi e della cancellata d'ingresso sono definiti con un gusto spiccatamente razionalista, che rimanda alla scuola comasca di Terragni e Cattaneo. La soluzione “A”, analoga, attenua lo slancio plastico verso un esito di maggior rigore. Nell'ultima soluzione, la “C” - quella realizzata - scompaiono i balconi dal fronte principale del volume più alto per ricomparire sul retro.
Bibliografia relativa all'opera:
Gio Ponti, Casa M. e P. in Milano, in “Domus” n.234, 1949, pp.12-15
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.4-7
Gio Ponti, Casa M. e P. in Milano, in “Domus” n.234, 1949, pp.12-15
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.4-7
Disegni di progetto |
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