Casa ad abitazione presso il quartiere San Siro (1960-1961)
via Sant'Aquilino 5 (Milano)
Impresa: Immobiliare Tilde s.p.a.
via Sant'Aquilino 5 (Milano)
Impresa: Immobiliare Tilde s.p.a.
A partire dal progetto al quartiere Camilluccia di Roma (1956), il tema della villa urbana viene affrontato da Gho' in diverse occasioni. L'edificio milanese di via Sant'Aquilino si inserisce un questa tipologia architettonica e costituisce un esempio di come, sul volgere del decennio e in determinati ambiti, molti professionisti milanesi ritenessero ormai superate le più rigide esigenze dell'ortodossia modernista.
L'edificio sorge al centro di un lotto a giardino, in un quartiere tipologicamente omogeneo costituito da palazzine residenziali di pochi piani circondate dal verde. Gho' si adegua al carattere del contesto sviluppando una villa di tre piani fuori terra con cantinato e sottotetto. Il corpo edilizio viene sapientemente collocato in modo da dividere la zona d'accesso dal giardino privato, sul quale vengono concepiti ampi affacci e fasce balconate. Alternando rivestimenti con lastre rustiche di granito di Baveno alle superfici intonacate e ricorrendo per la copertura a falde sporgenti con tegole marsigliesi, Gho' mostra la volontà di attenuare le istanze di modernità del suo linguaggio architettonico, evidenziandole più sottilmente soltanto in alcuni dettagli: l'elegante fenditura vetrata a tutt'altezza del vano scala, l'essenziale pensilina d'ingresso, i tagli verticali dei balconi sul lato di servizio o il disegno robusto delle mensole che reggono le fasce dei balconi sul fronte nobile.
Gli alloggi sono disegnati in modo da privilegiare l'affaccio sul giardino, con ampi serramenti in legno affacciati – ai piani superiori – su balconi la cui profondità varia in base dal profilo irregolare del fronte. Gli ambienti distributivi e di servizio sono rivolti sul lato opposto, dove si trovano l'ingresso pedonale e quello carrabile che conduce alla rampa delle autorimesse ricavate al piano interrato.
L'edificio sorge al centro di un lotto a giardino, in un quartiere tipologicamente omogeneo costituito da palazzine residenziali di pochi piani circondate dal verde. Gho' si adegua al carattere del contesto sviluppando una villa di tre piani fuori terra con cantinato e sottotetto. Il corpo edilizio viene sapientemente collocato in modo da dividere la zona d'accesso dal giardino privato, sul quale vengono concepiti ampi affacci e fasce balconate. Alternando rivestimenti con lastre rustiche di granito di Baveno alle superfici intonacate e ricorrendo per la copertura a falde sporgenti con tegole marsigliesi, Gho' mostra la volontà di attenuare le istanze di modernità del suo linguaggio architettonico, evidenziandole più sottilmente soltanto in alcuni dettagli: l'elegante fenditura vetrata a tutt'altezza del vano scala, l'essenziale pensilina d'ingresso, i tagli verticali dei balconi sul lato di servizio o il disegno robusto delle mensole che reggono le fasce dei balconi sul fronte nobile.
Gli alloggi sono disegnati in modo da privilegiare l'affaccio sul giardino, con ampi serramenti in legno affacciati – ai piani superiori – su balconi la cui profondità varia in base dal profilo irregolare del fronte. Gli ambienti distributivi e di servizio sono rivolti sul lato opposto, dove si trovano l'ingresso pedonale e quello carrabile che conduce alla rampa delle autorimesse ricavate al piano interrato.
Bibliografia:
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.106-109
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.106-109
Disegni di progetto e foto storiche |
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